Decreto sisma, il no della Rete delle professioni tecniche

22 Nov,2019 | Primo piano

Il decreto sisma bloccherà definitivamente la ricostruzione. E’ netta la posizione della Rete delle professioni tecniche contro il testo di conversione in legge del decreto legge 24 Ottobre 2019 , appena licenziato dalla commissione ambiente e lavori pubblici della Camera dei Deputati, che dà disposizioni urgenti per l’accelerazione alla ricostruzione post sisma del Centro Italia ma per la Rpt “non sufficiente a sortire effetti per velocizzare i tempi della ricostruzione”.

“Si è sbandierata come la svolta” si legge in una dura nota delle professioni tecniche, “il fatto che l’accelerazione si dovesse produrre attraverso l’autocertificazione dei progetti redatti dai professionisti, consegnando, di fatto, a questi ultimi ulteriori responsabilità in una situazione resa immobile e confusa dal quadro legislativo generale che si è concepito in questi anni. Tale immobilismo non è responsabilità dei professionisti che al contrario si sono sempre resi disponibili fin dal primo decreto terremoto.  È ora di dire ai cittadini che se non ci fossero state le maglie burocratiche dettate da clamorosi tappi legislativi le pratiche di ricostruzione sarebbero già state presentate e se così non è avvenuto, evidentemente, ciò è riconducibile a circostanze che il legislatore non intende affrontare. Non sarà certo l’autocertificazione, come proposta nel decreto, lo strumento in grado di accelerare la ricostruzione, perché non è applicabile a tutte le tipologie di danno, non si può sottoscrivere nel caso di piccoli abusi e si può applicare esclusivamente agli interventi senza accolli per i cittadini. Sarà invece uno strumento inutilizzabile non perché, come taluni hanno provato ad insinuare, i professionisti non vogliono assumersi responsabilità, ma semplicemente perché non è applicabile a meno di una radicale trasformazione delle regole burocratiche di approvazione dei progetti”.

Proprio per ovviare a tutto questo la Rete, ascoltata in audizione sulla materia, aveva illustrato e consegnato un documento dettagliato e motivato con oltre 20 emendamenti, che costituivano una proposta seria e coordinata, che avrebbe consentito, pur nel marasma burocratico della ricostruzione, una soluzione praticabile e necessaria.

“Il pacchetto di proposte che abbiamo suggerito al legislatore” si legge infine nella nota, “è organico, elimina disparità di trattamenti tra i vari cittadini terremotati, affida maggiori poteri al Commissario ed è volto a far risparmiare ingentissime cifre alle casse dello Stato. La Ragioneria ogni mese fa fronte al contributo di autonoma sistemazione e alle provvidenze necessarie alle attività produttive. Solo per fare un esempio. Il legislatore non ha voluto ascoltarci. È un fatto gravissimo, che avrà conseguenze enormi demolendo definitivamente le possibilità di accelerare la ricostruzione”.