Jobs act autonomi, tecnici: passo avanti ma ancora insufficiente

16 Mag,2017 | News

Passo avanti, ma ancora insufficiente”. È il giudizio della Rete delle Professioni Tecniche sul Jobs act degli autonomi approvato dal Senato e in fase di pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.Secondo la Rete delle Professioni Tecniche, tra gli argomenti rimasti fuori dalla nuova norma, studiata per garantire più tutele a lavoratori autonomi, professionisti e Partite Iva, ci sono l’equo compenso, le clausole vessatorie e la possibilità di affidare al tribunale del lavoro le controversie tra professionisti e committenti.

RPT sostiene che “l’abolizione delle tariffe non ha fatto venir meno la necessità di continuare ad applicare il principio del ‘giusto compenso economico”.
“Nel corso dell’iter legislativo del Ddl Autonomi – spiega RPT in una nota – abbiamo più volte fatto rilevare l’urgenza di introdurre una disposizione che conducesse alla definizione di corrispettivi economici idonei a costituire un efficace strumento di orientamento per i committenti e per i professionisti, nel rispetto dei principi di libera concorrenza e parità di trattamento”.

“Non è stata espressamente inserita la rappresentanza ordinistica nel tavolo tecnico di confronto permanente sul lavoro autonomo previsto dall’articolo 17 del provvedimento” sottolinea RPT.
“Gli Ordini sono organismi istituzionali che da sempre svolgono funzioni anche di rappresentanza dei professionisti iscritti, in modo particolare negli ultimi anni – fa notare RPT – La loro esclusione da quel tavolo è assolutamente immotivata e priverebbe lo stesso Ministero del Lavoro di una interlocuzione fondamentale per capire e sostenere il mondo del lavoro professionale in Italia. Su questo punto – conclude –  il Ministro Poletti ha assunto l’impegno ad allargare il tavolo anche ai rappresentanti degli Ordini”.

Scarica il comunicato stampa della Rete professioni tecniche